11 giu 2018

   

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Beni confiscati e lotta alle mafie

Infografica: Beni confiscati e lotta alle mafie

Beni confiscati e lotta alle mafie

Procedimenti di prevenzione più estesi e veloci

  • Si allarga il perimetro dei possibili destinatari cui possono essere applicate le misure di prevenzione personali.Sorveglianza speciale e divieto/obbligo di soggiorno potranno applicarsi:
    • sia a chi è indiziato di favorire la latitanza, prestando assistenza agli associati a delinquere;
    • sia a chi è indiziato di alcuni gravi delitti contro la pubblica amministrazione (tra cui peculato, corruzione propria e impropria, corruzione in atti giudiziari, concussione e induzione indebita a dare o promettere utilità).
  • Il procedimento di applicazione delle misure di prevenzione è reso più trasparente, garantito e veloce:
    • trattazione prioritaria con rafforzamento delle sezioni competenti;
    • copertura immediata delle vacanze;
    • relazioni periodiche sull’operatività delle sezioni;
    • utilizzo delle videoconferenze, immediata decisione sulle questioni di competenza.
  • Si introduce la distrettualizzazione delle misure di prevenzione prevedendo sezioni o collegi distrettuali specializzati.Il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo è inserito tra i soggetti titolari del potere di proposta delle misure di prevenzione.

Sequestro e confisca più incisivi.

  • Il sequestro di partecipazioni sociali totalitarie si estende a tutti i beni aziendali.A provvedere materialmente al sequestro sarà ora la polizia giudiziaria (non più l’ufficiale giudiziario).
  • Ci si assicura che gli immobili non siano mai abbandonati:
    • se il bene immobile è occupato dalle persone colpite dal sequestro, il giudice delegato ne chiede al tribunale lo sgombero, eseguito dal questore.
    • Gli immobili, tra l’altro, potranno anche essere concessi in locazione alle forze di polizia o alle forze armate e ai vigili del fuoco.
  • La confisca viene rafforzata, ampliandone l’ambito di applicazione.Se il tribunale non dispone la confisca, può nel caso applicare l’amministrazione giudiziaria e il controllo giudiziario.
  • La confisca allargata diventa obbligatoria anche per alcuni ecoreati e per l’autoriciclaggio e trova applicazione anche in caso di amnistia, prescrizione o morte di chi l’ha subita.In caso di revoca della confisca, la restituzione del bene avviene per equivalente se nel frattempo sia stato destinato a finalità di interesse pubblico.

Controllo imprese infiltrate.

  • È introdotto il nuovo istituto del controllo giudiziario delle aziende quando sussiste il pericolo concreto di infiltrazioni mafiose che ne condizionino l’attività.
    • Il controllo giudiziario è previsto per un periodo che va da un anno a tre anni.
    • Può essere chiesto volontariamente anche dalle imprese che abbiano impugnato l’informazione antimafia interdittiva di cui sono oggetto. Una volta disposto, gli effetti dell’interdittiva restano sospesi.
  • Estensione amministrazione giudiziaria. L’amministrazione giudiziaria di beni e aziende sarà possibile anche in presenza di indizi da cui risulti che il libero esercizio di attività economiche agevola l’attività dei soggetti colpiti da una misura di prevenzione patrimoniale o che abbiano comunque in corso un procedimento penale per specifici delitti di mafia o gravi reati contro la Pa. La durata raddoppia, con possibile proroga per un periodo comunque massimo di due anni. Alla scadenza, può essere revocata e trasformata in controllo giudiziario.
  • Stretta su amministratori giudiziari.
    • L’amministratore giudiziario esercita tutti i poteri che spettano ai titolari.
    • Dovranno essere scelti tra gli iscritti all’apposito Albo secondo regole di trasparenza che assicurino la rotazione degli incarichi.
    • Al ministro della Giustizia spetterà individuare criteri di nomina che tra l’altro tengano conto del numero degli incarichi in corso (comunque non superiori a 3).
    • Gli amministratori di aziende sequestrate vanno scelti tra gli iscritti all’Albo come esperti di gestione aziendale.
    • Se la gestione dei beni sequestrati è particolarmente complessa, il tribunale può nominare più amministratori giudiziari.
    • Può anche nominare, nei sequestri di aziende di particolare interesse socio-economico, esperti iscritti all’Albo indicati tra i suoi dipendenti da Invitalia Spa (società interamente partecipata dal Mise). In tal caso l’incarico non sarà retribuito.
  • Stop incarichi parenti. Non potranno più assumere l’ufficio di amministratore giudiziario, coadiutore o diretto collaboratore il coniuge, i parenti e gli affini, i conviventi o i commensali abituali del magistrato che conferisce l’incarico.
    Il governo poi è delegato a disciplinare un regime sistematico di incompatibilità da estendere ai curatori fallimentari vietando di nominare chi abbia rapporti di parentela, affinità, convivenza e comunque assidua frequentazione con uno qualunque dei magistrati dell’ufficio giudiziario che conferisce l’incarico.
  • Tempi stretti per il rilancio delle aziende sequestrate.
    Entro 3 mesi dalla nomina l’amministratore giudiziario dovrà presentare una relazione che evidenzi le concrete possibilità di prosecuzione dell’attività allegando un piano e censendo creditori e lavoratori impiegati.
    In mancanza di prospettive, l’impresa sarà liquidata o cesserà l’attività secondo modalità semplificate.
  • Sostegno aziende sequestrate.
    • Le aziende sequestrate per il proseguimento dell’attività potranno contare su un Fondo finanziato da 10 milioni di euro all’anno.

Ridisegnata l’Agenzia dei beni confiscati.

  • L’Agenzia nazionale viene ridisegnata spostando il baricentro dal ministero dell’Interno alla presidenza del Consiglio che ne avrà ora la vigilanza.
  • Il direttore, scelto tra specifiche figure professionali, non necessariamente dovrà essere un prefetto, e presiederà il Comitato consultivo di indirizzo, un nuovo organo interno che esprime pareri e presenta proposte.
  • L’Agenzia può destinare beni e aziende direttamente a enti territoriali e associazioni.

Confisca anticaporalato.

  • Contro il caporalato scatta la confisca obbligatoria di ciò che è servito a commettere il reato. La confisca, operativa dopo la condanna definitiva per intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, può riguardare anche prezzo o profitto del reato o beni diversi del reo (per equivalente).
  • E’ consentita anche la confisca allargata. Se il reato è commesso da un dipendente nell’interesse dell’impresa, ne risponde anche la società (sanzione pecuniaria da 400 a 1.000 quote).

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